Storia della pubblicità: l’800 e i primi manifesti pubblicitari

Storia della pubblicità: l’800 e i primi manifesti pubblicitari

LA NASCITA DEI MANIFESTI PUBBLICITARI COME STRUMENTO PER LA COMUNICAZIONE DI MASSA

Manifesti pubblicitari a Parigi

 

Quando si parla di pubblicità non si può non pensare ai manifesti pubblicitari: di grandi dimensioni e dal forte impatto visivo, il manifesto pubblicitario è il mezzo propagandistico più antico nonchè uno degli strumenti di persuasione più efficaci ancora oggi.

La storia del manifesto pubblicitario ha radici più antiche del marketing per come lo conosciamo oggi: ogni qualvolta occorresse comunicare un’informazione importante si stampavano manifesti e volantini per poi affiggerli o distribuirli e fare informazione di ogni genere, dalla politica alla religione alla pubblicità.

Ma quando nascono i manifesti pubblicitari per affissione per come li conosciamo noi oggi? Vi proponiamo un excursus storico suddiviso in puntate per parlare della storia della pubblicità in modo accattivante, unendo i fatti storici a qualche piccola curiosità.

Pronti? Iniziamo!

 

MANIFESTI PUBBLICITARI NELL’800

Nel ‘700 la pubblicità occupava in modo stabile la quarta pagina dei quotidiani -rimasta sinonimo di pubblicità fino agli ’20-, si trattava di piccole inserzioni; inizialmente gli annunci erano gratuiti, verso la fine del ‘700 se ne intuì forse la portata e divennero a pagamento.

Lo sviluppo e la nascita dei manifesti pubblicitari per come li intendiamo ai giorni nostri va di pari passo alla rivoluzione industriale; a fine ‘800 nelle grandi città come Parigi e Londra la frizzante aria della rivoluzione stava coinvolgendo tutti, e artisti ed editori non poterono non lasciarsi contagiare dalla moda del momento.

Al momento le stampe sono l’unica cosa che interessa, qui, è una mania, i giovani artisti non fanno altro che questo.”

Il qui è ovviamente Parigi, e questa citazione è tratta da una lettera che il celebre pittore Camille Pissarro scrisse a suo figlio. Illustrazione, stampa di manifesti, litografia… Un fenomeno dalla portata mondiale stava nascendo e ben presto avrebbe investito tutti.

Le nobili arti visive si mescolavano all’editoria di largo consumo, per una rivoluzione delle arti visive destinata a entrare nelle case -e nelle menti- di tutti. Nel 1912 a Londra nacque la prima agenzia pubblicitaria della storia.

Manifesto pubblicitario dell'800

JULES CHÉRET: IL PADRE DEL MANIFESTO PUBBLICITARIO MODERNO

Vi siete mai chiesti da dove deriva l’uso della figura femminile nella pubblicità? La risposta è un nome, Jules Chéret. Monsieur Chéret, pubblicitario e pittore, comprese al volo l’importanza dell’immagine rispetto al testo e come da qui derivasse la necessità di attirare l’attenzione con immagini che fossero quasi magnetiche.

In tutta la sua carriera Jules Chéret realizzerà più di 1000 manifesti dall’alto valore artistico guadagnandosi il titolo di “Padre del poster pubblicitario”.

Il periodo della rivoluzione industriale, così movimentato e frizzante dal punto di vista lavorativo e artistico. Fu la culla perfetta per la nascita dei manifesti pubblicitari come li conosciamo oggi: le raffinate arti visive iniziano a dialogare col popolo tramite l’editoria di massa e con i manifesti l’arte scende nelle strade e nelle piazze.

 

L’USO DELLA FIGURA FEMMINILE NEI MANIFESTI PUBBLICITARI

La presenza della donna nella pubblicità è influenzata anche dalle correnti artistiche dell’800, tra cui il Romanticismo nel quale la figura femminile ha un ruolo centrale, basti pensare a “La libertà che guida il Popolo” di Eugène Delacroix dove una donna raffigurante la libertà e la patria guida il suo Popolo con un seno nudo, oppure a “La colazione sull’erba” di Manet dove una ragazza conversa con due giovani borghesi e ci guarda senza vergognarsi del suo corpo nudo.

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